Ormai tutti sanno che la crisi internazionale fonda le proprie radici anche con l’entrata dell’euro, nel 1992, laddove una “errata valutazione lira-euro costò, alle riserve valutarie della Banca d’Italia, all’incirca una cifra pari a 50 miliardi di euro. Autori di tale geniale mossa furono Amato (Presidente del Consiglio) e Ciampi (ministro del Tesoro). A peggiorare la situazione economica contribuì anche l’allargamento affrettato a Paesi dalle finanze fragili, Grecia compresa. Oggi paghiamo quella scelta.
Chi lo dice? Azeglio CIAMPI in una intervista rilasciata al direttore della Stampa qualche giorno fa, il quale afferma che “oggi dovremmo chiederci se sarebbe stato meglio non essere di manica larga nell’annettere nuovi Stati. E se questa è la domanda, la risposta è senz’altro sì”.
Occorre ricordare chi furono gli artefici di questo capolavoro. Il trattato che accolse la Grecia nell’Unione monetaria, girando occhi e testa per far finta di non vedere che Atene non era pronta, è del 19 giugno 2000. Presidente della Repubblica lo stesso CIAMPI (il quale oggi ammette l’errore), Presidente del Consiglio Giuliano AMATO, Presidente della Commissione europea Romano PRODI, sponsor dell’allargamento totale dell’Europa. Quello stesso Romano Prodi che creò il nuovo posto del “Commissario europeo per l’allargamento”, affidandone la poltrona al socialista tedesco Gunther Verheugen, che diventerà poi noto per aver promosso a capo dipartimento la sua fidanzata con relativo stipendio di 11.000,00 euro al mese.
Quello stesso Prodi che difese a spada tratta l’Eurostat (organo che avrebbe dovuto convalidare i conti degli Stato membri). Fu sempre Prodi, insieme ad un altro esponente della sinistra europea, lo spagnolo Pedro SOLBES, che analizzarono gli stiracchiati conti della Grecia che chiedeva l’ammissione alla moneta unica, sempre nel 2000 e prima ancora di guardare i conti si premurò di festeggiare il nuovo arrivo affermando che “un’area euro allargata era un’ottima cosa sia per i membri della prima ora che per i nuovi arrivati”. Adesso scopriamo, grazie a Ciampi, che quella mossa non fu poi così geniale.
(tratto dal Giornale, lunedì 10 maggio 2010, pag. 7)
A nulla servirono gli allarmi lanciati soprattutto dalla Lega Nord, non tanto per apparire “euroscettica”, ma per metter in guardia i possibili guai che ne sarebbero derivati da scelte affrettate. Lo si è visto nelle nostre tasche cosa ha comportato l’allora errato scambio lira-euro.
Oggi la sinistra nostrana accusa, senza mezzi termini, le scelte economiche dell’attuale Governo in campo europeo, ma fanno spallucce sulle origini di danni da decine di miliardi. Anzi, peggio ancora, cercano solidarietà con il mondo cattolico per convincere che la crisi internazionale (che ha avuto riflessi pesanti sulla nostra economia) sia stata ideata da Tremonti e soci per far passare pesanti riforme a danno dei più deboli, cioè quelli che oggi soffrono per il posto di lavoro, per i pensionati che non hanno risorse sufficienti per far quadrare il proprio bilancio familiare, per i disoccupati, per i giovani in cerca di occupazione.
Di fronte a questa classe politica europea val bene il detto che circola“meglio euroscettici, che eurocoglioni”.