
Le 110 Province italiane costano al contribuente 17 miliardi di euro all'anno; i politici provinciali sono 4.200 e bruciano 115 milioni circa all'anno. Il costo della macchina burocratica ammonta a 4,1 miliardi all'anno. La spesa per le Province è aumentata del 70% rispetto al 2000. Gli interessi passivi delle province ammontano a 552.351.649 euro, all'anno, pari a euro 1.431.000 al giorno (che pagheremo noi cittadini). Il debito complessivo delle province (dato al 2008) ammonta a 11,6 miliardi, debiti ancora una volta a carico dei cittadini. Alla visione di questi dati, non un manager, ma un semplice cittadino direbbe: "Perchè esistono? a chi servono? chi trae vantaggio da questa situazione?".
COSA SI POTREBBE FARE ABOLENDO LE PROVINCE:
- azzerrare il deficit sanitario italiano accumulato dalle Regioni (non tutte per fortuna);
- tagliare di due punti le aliquote fiscali, favorendo imprese e lavoratori;
- raddoppiare il bilancio per la sicurezza e la difesa del nostro territorio;
- spendere in infrastrutture quanto la Spagna spende in 10 anni.
Le Province incamerano (dai cittadini) imposte che dovrebbero invece essere trasferite ai Comuni, e diventano sempre più care. Di seguito alcuni esempi di comparazione tra il 2001 e il 2005 (in milioni di euro):
- entrate tributarie: 3.356 - 4.625 aumento del 38%;
- Ipt (Imposta sui veicoli): 1.008 - 1.182 aumento del 17%
- Imposta RC auto 1.357 - 2.084 aumento del 54%
- Add. Energia Elettrica 618 - 685 aumento del 11%
- Tributo ambientale (rifiuti) 144 - 200 aumento del 39%
- altre entrate tributarie 229 - 474 aumento del 107%
Perché, per iniziare, non vengono istituite le famose Città Metropolitane, previste dalla legge 142/1990, abolendo le rispettive province?
Sarebbe un passo in avanti significativo, che renderebbe meno dura la mannaia economica piovuta sulla testa dei lavoratori, pensionati e piccole imprese con l'approvazione della finanziaria 2011.