Negli ultimi tempi l'Ungheria è nel mirino dell'Unione Europea, tacciata di essere dominata da un regime fascista. L'Ungheria appartiene ai 27 Paesi che aderiscono alla UE, pur non adottando la moneta unica (infatti resta fedele alla propria moneta nazionale, il fiorino); ha un debito pubblico pari all'80% del PIL ed è governata da Viktor Urban, la cui maggioranza cattolica di centrodestra ha stravinto le elezioni del 2010 con il 52,7%.
La "Fondazione Cristoforo Colombo per le libertà" ha pubblicato un dossier per controbattere alle critiche della UE (che ha definito "dittatura" il regime magiaro), solo per il fatto che il governo Orban ha modificato la legge elettorale (possibilità concessa ai cittadini ungheresi di votare anche se non residenti in Ungheria - come avviene in 24 su 27 Paesi UE). Il motivo più grave è la nuova Costituzione, operativa da inizio 2012. Essa sostituisce la vecchia Carta datata 1949, approvata dal regime comunista di allora. Perché non piace alla sinistra? Il Governo magiaro, sovrano e votato dagli ungheresi, ha inserito nella nuova Carta i riferimenti a una base di valori cristiani senza i quali non hanno senso né l'appartenenza alla civiltà europea, né quel rispetto delle persone a cui la stessa UE dice di appellarsi. All'articolo 1 menziona "l'istituto del matrimonio quale comunità di vita tra uomo e donna, stabilita con decisione volontaria, nonché la famiglia come base per la sopravvivenza della Nazione". E l'articolo 2 sancisce che "la vita del feto va difesa fin dal concepimento".
Lo scandalo maggiore è sapere che i 27 Paesi UE non hanno avuto la forza di inserire nella Carta fondamentale europea alcun riferimento alle radici cristiane dei popoli occidentali, lasciando spazio all'invasione islamica e alle rivendicazioni coraniche.
Bene ha fatto l'Ungheria a rivendicare le proprie radici cristiane.