EQUITA': "Virtù che consente l'attribuzione o il riconoscimento di ciò che spetta al singolo in base ad una interpretazione umana e non letterale della giustizia" (Devoto-Oli). Virtù che appartiene solo al terzo livello del ceto sociale, ovvero a chi è costretto a sopravvivere e chinare la testa di fronte ai molti soprusi, perpetrati magari in nome della salvezza della patria. Ma la salvezza passa solo attraverso "lacrime e sangue" dei soliti noti. Così, in nome dell'equità sociale, babbo natale ci porterà un bel sacco pieno di tasse: casa, stipendio, blocco sulle rivalutazioni delle pensioni, accise sui carburanti, aumento del canone TV, aumento a gennaio dei biglietti ed abbonamenti del 25% dei treni (che sembrano più carrozze trasporto bestiame, che passeggeri), luce, acqua e gas e soprattutto i generi di prima necessità per l'aumento dell'Iva, per l'aumento dei carburanti e del trasporto delle merci.
E' una catena senza fine!
Dall'altra parte della barricata, si festeggia! Non il Natale, ma il mantenimento dei sprechi della politica, dei previlegi, delle auto blu, dei vitalizi, dei viaggi, delle indennità, del magna-magna, dei doppi o tripli incarichi ben retribuiti, delle feste per i 150 anni dell'unità d'Italia (ma di quale Italia parlano?).
Ci hanno fregato le elezioni, hanno messo i professori a raddrizzare la nostra economia mettendoci la camicia di forza, con grande soddisfazione dei "corvi" che preannunciavano la caduta dello spread e l'inizio di una nuova vita nel segno dell'equità e della giustizia sociale e i "corvi" si sono messi a tavola con chi, di turno, comanda, stanchi forse di stare all'opposizione.
Ma ci sarà la fase due, ovvero nuovi sacrifici. Perchè per trovare risorse per il rilancio dell'economia dovranno raschiare la solita botte, mungere il solito bovino ... così arriverà carnevale e il popolo bue sarà occupato a spargere coriandoli e suonare la trombetta.
Chi ha goduto di questa crisi internazionale sono le banche, che, grazie al foraggiamento della BCE (maxi operazione di finanziamento anti-crisi per 40,44 miliardi di euro, al tasso dell'1% alle banche italiane) hanno sistemato i propri sprechi, ma in compenso chiedono tassi altissimi per chi si trova in difficoltà.
La Spagna, per superare la crisi, è andata alle elezioni politiche, ha annunciato una manovra "lacrime e sangue" ma senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Anzi, tagliando le tasse e snellendo la burocrazia. E lo spread è disceso in picchiata, senza professori! Come hanno fatto: 1) scure sulla spesa pubblica, 2) abolizione dei prepensionamenti, 3) riforma dell'amministrazione statale e regionale per evitare costosi doppioni e sovrapposizioni (questo è Federalismo), 4) congelamento del turn over per gli statali, 5) grande riformulazione del mercato del lavoro. Tutto questo condito con incentivi di 3.000,00 euro alle imprese che assumeranno giovani al primo impiego, sgravi ed agevolazioni per le piccole e medie imprese, diminuzioni delle imposte sul valore aggiunto sull'acquisto degli immobili. Le tasse creano recessione, non crescita. E con la contrazione del PIL la crisi non leva le tende e soprattutto le spread non scende. C'è qualcuno disposto a dirlo ai professoroni italiani?