sabato 24 dicembre 2011

EQUITA' ... ma chi ti conosce?

EQUITA': "Virtù che consente l'attribuzione o il riconoscimento di ciò che spetta al singolo in base ad una interpretazione umana e non letterale della giustizia" (Devoto-Oli). Virtù che appartiene solo al terzo livello del ceto sociale, ovvero a chi è costretto a sopravvivere e chinare la testa di fronte ai molti soprusi, perpetrati magari in nome della salvezza della patria. Ma la salvezza passa solo attraverso "lacrime e sangue" dei soliti noti. Così, in nome dell'equità sociale, babbo natale ci porterà un bel sacco pieno di tasse: casa, stipendio, blocco sulle rivalutazioni delle pensioni, accise sui carburanti, aumento del canone TV, aumento a gennaio dei biglietti ed abbonamenti del 25% dei treni (che sembrano più carrozze trasporto bestiame, che passeggeri), luce, acqua e gas e soprattutto i generi di prima necessità per l'aumento dell'Iva, per l'aumento dei carburanti e del trasporto delle merci.



E' una catena senza fine!



Dall'altra parte della barricata, si festeggia! Non il Natale, ma il mantenimento dei sprechi della politica, dei previlegi, delle auto blu, dei vitalizi, dei viaggi, delle indennità, del magna-magna, dei doppi o tripli incarichi ben retribuiti, delle feste per i 150 anni dell'unità d'Italia (ma di quale Italia parlano?).



Ci hanno fregato le elezioni, hanno messo i professori a raddrizzare la nostra economia mettendoci la camicia di forza, con grande soddisfazione dei "corvi" che preannunciavano la caduta dello spread e l'inizio di una nuova vita nel segno dell'equità e della giustizia sociale e i "corvi" si sono messi a tavola con chi, di turno, comanda, stanchi forse di stare all'opposizione.



Ma ci sarà la fase due, ovvero nuovi sacrifici. Perchè per trovare risorse per il rilancio dell'economia dovranno raschiare la solita botte, mungere il solito bovino ... così arriverà carnevale e il popolo bue sarà occupato a spargere coriandoli e suonare la trombetta.



Chi ha goduto di questa crisi internazionale sono le banche, che, grazie al foraggiamento della BCE (maxi operazione di finanziamento anti-crisi per 40,44 miliardi di euro, al tasso dell'1% alle banche italiane) hanno sistemato i propri sprechi, ma in compenso chiedono tassi altissimi per chi si trova in difficoltà.



La Spagna, per superare la crisi, è andata alle elezioni politiche, ha annunciato una manovra "lacrime e sangue" ma senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Anzi, tagliando le tasse e snellendo la burocrazia. E lo spread è disceso in picchiata, senza professori! Come hanno fatto: 1) scure sulla spesa pubblica, 2) abolizione dei prepensionamenti, 3) riforma dell'amministrazione statale e regionale per evitare costosi doppioni e sovrapposizioni (questo è Federalismo), 4) congelamento del turn over per gli statali, 5) grande riformulazione del mercato del lavoro. Tutto questo condito con incentivi di 3.000,00 euro alle imprese che assumeranno giovani al primo impiego, sgravi ed agevolazioni per le piccole e medie imprese, diminuzioni delle imposte sul valore aggiunto sull'acquisto degli immobili. Le tasse creano recessione, non crescita. E con la contrazione del PIL la crisi non leva le tende e soprattutto le spread non scende. C'è qualcuno disposto a dirlo ai professoroni italiani?



sabato 10 dicembre 2011

INDIGNARSI SI PUO'

Adesso non sono più chiacchere, sono fatti.


La manovrona dei professori (la maschera della sinistra) tanto cara al Presidente della Repubblica e al "gatto e la volpe" (Sarkozy-Merkel) rappresenta un arrogante insulto nei confronti del ceto medio-basso degli italiani. I sacrifici li pagheremo tutti e solo noi, rei di aver condotto un tenore di vita superiore alle nostre disponibilità economiche e di aver condotto la povera Italia alla bancarotta. Parliamoci chiaro: la reintroduzione dell'ICI (con le rendite raddoppiate), l'introduzione dell'IMU, l'innalzamento dell'età pensionabile, l'introduzione del contributivo per tutti, l'aumento delle accise sui carburanti, l'aumento dell'IVA (non la cantante), il furto sui conti correnti, gli aumenti sulla sanità, ecc. incideranno pesantemente sulle classi più deboli dei cittadini; pensionati al minimo e lavoratori dipendenti. In cambio, nessun taglio di previlegi, di sprechi, di cui il nostro Paese è pieno. Si parlava di un parziale taglio delle province, di cura dimagrante di alcuni organi dello Stato ... ma, come per magia, sono scomparsi dal decreto firmato dal Presidente della Repubblica.


DOVE CI PORTERANNO I PROFESSORONI?


Il peso del Fisco in Italia (in % sul Pil) ha fortemente depresso la vita degli italiani e contribuito alla depressione dell'economia: 1980=31,4%, 1985=34,6%, 1995=41,2%, 2000=41,6%, 2005=40,5%, 2006=42,1%, 2007=43,3%, 2008=42,7%, 2009=43,2%, 2010=42,3%, 2011=42,7%, 2012=45,7%, 2013=46,4%, 2014=46,9%.


Non serve un economista per capire che di fronte a queste percentuali non c'è crescita, ma depressione e povertà. Povertà per chi? per le banche, per le caste, per i previlegiati, per i truffatori, per i ricchi? NO!, per i cittadini che hanno sempre lavorato e pagato in silenzio. E' ora di dire basta con l'arma del voto. Arriverà anche il voto, fintanto che sarà garantito.


L'equità non è un opzional, è un diritto.


A proposito di equità: è apparso sulla stampa internazionale (quale onore) che a Comitini (un comune in provincia di Agrigento) popolato da 960 residenti, dove non ci sono risorse, ne industrie, esistono ben 67 dipendenti comunali e 9 vigili urbani che gravano indisturbati sulle spalle dei veri contribuenti, ovvero del Nord. Quanti altri esempi si possono elencare!


E' una strana Italia, la nostra. I sacrifici sono sempre a carico dei "soliti idioti". Più questi aumentano e più aumentano gli sprechi. Non dovrebbe essere il contrario?


Serve un vero FEDERALISMO, solidale per quanto possibile, ma capace di premiare chi governa bene e di sanzionare chi dell'arte del governare ne fa una questione per arricchirsi.