Si fa un gran parlare dei costi della politica. Soprattutto ora che affiora l'uso spesso truffaldino del denaro dei contribuenti in mano ad alcuni politici senza scrupoli di qualsiasi orientamento partitico. L'indignazione è d'obbligo alla luce dei continui salassi da parte del Governo nei confronti dei cittadini e nulla fa per impedire lo scempio in atto.
Una indagine promossa dal sindacato UIL e pubblicata su Libero del 26 settembre scorso dimostra la quantità di denaro che le nostre istituzioni bruciano ogni anno, malgrado le promesse di ridurre la spesa pubblica, anzi questa aumenta di anno in anno.
Se il Governo tagliasse veramente il 20% del costo diretto della politica e rendesse più efficiente l'organizzazione pubblica, si risparmierebbero circa 5 miliardi, che aggiunti ad altri 5 miliardi del costo indiretto della politica, favorirebbero il taglio totale delle addizionali Irpef o, ancora, potrebbero incrementare le tredicesime dei dipendenti e pensionati di 400 euro. O, ancora tagliare una parte dell'IMU (la tassa più odiata dagli italiani).
Ci vuole coraggio per prendere una buona forbice e dare un forte segnale di discontinuità della politica, eliminando parte dei finanziamento ai partiti, delle pensioni d'oro (vitalizi), delle decine di indennità non solo ai parlamentari, ma anche a tutti i consiglieri regionali, i quali ne hanno copiato alla grande le proprie opportunità.
La tabella che segue dà il quadro delle indennità di fine mandato dei consiglieri regionali, vero e proprio scandalo, che dimostra come la politica viene intesa come riempirsi la pancia, piuttosto che intesa come perseguimento del bene comune.

Tabella pubblicata su Libero del 26 settemre 2012
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