Con oltre 200 firme di cittadini di Portegrandi è partita la richiesta al Sindaco di un confronto per conoscere i motivi della revoca delle deleghe all’ex Vice Sindaco, visto che non ha consentito un democratico dibattito in Consiglio comunale, ma ha preferito riempire la sede istituzionale di bugie, offendendo la dignità di altri due consiglieri che Lui stesso ha coinvolto a loro insaputa. E il resto della maggioranza cosa dice? Resistere, resistere, resistere (sulla poltrona)… e bocca chiusa.
Il commissario del popolo della maggioranza mi ha accusato di aver fatto approvare alcuni provvedimenti di dubbia legittimità (senza ovviamente indicare quanti e quali, perché non lo sa nemmeno lui. E se fosse vero perché li ha approvati?). Invece io nutro parecchi dubbi sulla procedura di approvazione, nel Consiglio del 10 luglio scorso, delle lottizzazioni di Loredano Marcassa. Chissà se la stessa procedura sarebbe stata posta in essere con lottizzazioni di altri professionisti.
Sarà contenta l’Assessora al Bilancio che il Governo Berlusconi ha già trasferito al Comune il 50% dell’ICI soppressa, mentre l’altro 50% sarà restituito nel mese di dicembre prossimo (come avviene per i versamenti di acconto e saldo).
Chi aveva dubbi sulla politicizzazione (sinistra) del gruppo di maggioranza, ora ha la conferma. Basta leggere il giornalino “Quarto Informa” di luglio. In Comune ha diritto di esistere solo l’Associazione AUSER. Le altre Associazioni possono anche morire. E i consiglieri di maggioranza cosa dicono? Resistere, resistere, resistere (sulla poltrona) … e bocca chiusa
...Immigrazione ed impronte digitali
Già, prenderanno le impronte a tutti i cittadini italiani (anticipando una direttiva europea) in cambio di poter rilevarle a chi stanzia nei campi nomadi, rom compresi.
Altrimenti eravamo tacciati di “razzismo”. Ma lo Stato non sa dove abitiamo, che lavoro facciamo, che reddito produciamo, che malattie abbiamo avuto, eccetera? Ora sarebbe corretto prendere le impronte a tutti coloro che risiedono a vario titolo in Italia. I rom, i cinesi, i nomadi, gli islamici, gli americani, gli africani e via elencando. Sarebbe altrettanto corretto che le leggi italiane siano rispettare da tutti senza batter ciglio. Non si possono inventare campi nomadi in spregio alle regole urbanistiche, non si possono trasformare i magazzini-depositi in moschee, non si possono costringere i bambini a chiedere l’elemosina, non si possono avere due mogli contemporaneamente. Le impronte sulla carta d’identità, con relativa foto a volto scoperto (compreso gli islamici), consentirà una perfetta riconoscibilità del cittadino. Le regole sono uguali per tutti? E se le regole sono uguali per tutti, poiché esiste una legge che disciplina l’ingresso in Italia, chi non è in regola dev’essere accompagnato alla frontiera, senza far finta di non vedere certe cose.
Che sul nostro territorio vivano da anni (non si sa come) persone provenienti da Paesi comunitari o extracomunitari, senza mezzi di sostentamento e che molti di questi commettano reati è indiscutibilmente una anomalia tutta italiana. Credo sia l’unico Paese dove avvengono fatti del genere. Credo anche che sia l’unico Paese in cui, malgrado gli sforzi compiuti dalle Forze di Polizia per assicurare alla giustizia i delinquenti, la pena sia diventata una utopia. Taluni magistrati sono più concentrati a perseguire ipotesi di reato quali per esempio per i “Serenissimi”, (oggi finalmente assolti definitivamente, malgrado anni di carcere) piuttosto che espellere delinquenti o garantirne l’effettività della pena.
Gli Italiani sono ben lieti di farsi prendere le impronte (chi ha servito la Patria le ha già rilasciate); i nomadi che scuse accamperanno per non farsi riconoscere? Vale anche per tanti stranieri che risiedono nelle nostre città: cinesi, africani, ecc. Certo, la questione non tocca i parlamentari e i fighetta del pensiero radical chic; la questione toccherebbe invece gli amministratori locali (di destra e di sinistra) che a quel punto dovrebbero gestire la protesta dei propri cittadini per le massicce presenze di accampamenti di nomadi nei propri territori.
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