È capitato nel Consiglio comunale del 30 novembre scorso, in occasione di un ordine del giorno presentato dal sottoscritto, che richiamava l’attenzione sul diritto di esporre i crocifissi nelle aule scolastiche (anche in relazione alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo), ritenendolo, personalmente, un atto di civiltà. Apriti cielo! Sono piovute dalla maggioranza le peggiori critiche miste al solito “cristiano odio” che i nostrani catto-comunisti sono abituati a seminare nei confronti degli avversari politici: razzista! Demagogo!
Premesso che essere insultato da questi per me è motivo di orgoglio, essendo il sottoscritto favorevole all’immigrazione, ma quella che rispetta le regole del paese che la ospita e mostri veramente la volontà di integrarsi. Dei mille circa residenti a Quarto d’Altino, quanti sono veramente integrati? Dimostratelo!
È’ stato detto: libertà di religione. La tabella che segue è la controprova.
Insomma, il crocifisso spaventa i bambini stranieri, i cui genitori magari sono di altra confessione religiosa, li turba, fagocita le loro menti. Molte volte mi sono domandato: chi contribuisce di più allo sviluppo cognitivo dei bambini delle elementari: il crocifisso o certi discorsi pronunciati (magari ossessivamente e ripetutamente) dai loro insegnanti? Qualche dubbio è legittimo averlo. In altre parole devo rinunciare ai miei convincimenti, ai miei simboli, ai miei principi per compiacere a chi (straniero) viene a casa mia e pretende di imporre i propri simboli. Accoglienza si, ma senza svendere ciò in cui credo.
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