Molte sono state, e continuano ad essere percorse, le iniziative dei cittadini contro l'approvazione e la realizzazione dei due inceneritori, convinti dei danni che la loro attivazione potrà produrre nei territori sui quali sono previste le ricadute dirette ed indirette.
Ci sono, però, due buoni motivi per bocciare l'iniziativa di Unindustria di Treviso:
- Nelle Province di Venezia, Treviso e Belluno è stata dimostrata una produzione di rifiuti industriali pari a 560.000 tonn. Se a questo quantitativo togliamo 284.000 tonn. circa di materiale di fardaggio (pallets=legno) e 173.000 tonn. circa di residui di lavorazione del legno (questo materiale è richiesto da circa 300 aziende del Trevigiano per la ri-lavorazione), restano circa 85.000 tonn. che rappresentano il tot per l'incenerimento. Perché allora due inceneritori da 250.000 tonn. cadauno?
- Il secondo motivo che mi tranquillizza - molto più delle iniziative promosse dai Comuni, tra i quali anche Quarto d'Altino, sui cui territori potrebbe insistere un futuro danno ambientale e che stanno spendendo denaro dei cittadini per consulenze e pareri di esperti - è rappresentato dalla risoluzione n. 26 della 71° seduta pubblica del Consiglio regionale del 22 febbraio 2007, presentata dalla Lega Nord (Caner e Manzato) e votata a maggioranza dei consiglieri regionali (28 voti a favore della risoluzione, 16 contrari, 1 astenuto). La citata risoluzione prevede: a) che sia il Consiglio regionale e non la Giunta ad approvare eventuali impianti di termovalorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti speciali o industriali; b) che venga predisposto un Piano per lo smaltimento di detti rifiuti e che questo Piano contenga elementi fondamentali, quali le quantità e le qualità dei rifiuti prodotti nel territorio, l'indicazione delle metodologie e degli obiettivi per la riduzione alla fonte dei rifiuti speciali, l'individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti. Infine, il Consiglio regionale ha imposto alla Giunta il veto a qualsiasi autorizzazione per la realizzazione di impianti, quali quelli proposti da Unindustria di Treviso.
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