giovedì 3 dicembre 2009

AMIANTO ... storia infinita

Molti si stanno chiedendo il perché dei ritardi per l’eliminazione dell’amianto dal magazzino (ex essiccatoio) di fronte all’Azienda agricola “Le Tresse”, interessato dal Piano di Recupero (PIRUEA) “La Conca” a Portegrandi. Ed è comprensibile la preoccupazione dei residenti per le conseguenze sanitarie che possono derivare dalla mancata bonifica dell’area, in conseguenza del continuo degrado che la struttura subisce.

La storia:
la costruzione del fabbricato risale agli anni ’70 ed è stato utilizzato dall’ex Azienda Agricola Dal Ferro per lo stoccaggio dei cereali. Al fallimento dell’azienda agricola è subentrata nella proprietà il Consorzio Agrario di Venezia e Padova, il quale ha costruito, nei primi anni ’80, il fabbricato oggi occupato da Interwell.
Sul finire degli anni ’90 il complesso immobiliare è stato acquistato dalla Dinamica Costruzioni e Servizi Snc di Marcon ed ha utilizzato il magazzino per introdurvi, dal 6.08 al 25.09.1999 materiale qualificato come rifiuti speciali provenienti da fuori provincia. Alla fine del 1999, ravvisando irregolarità amministrative nella gestione dello stoccaggio dei rifiuti, il Nucleo Operativo Ecologico (NOE) e la Guardia Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro il capannone ed il suo contenuto.
Tra il 2003 ed il 2005 l’area è stata acquistata dalle Nautiche Portegrandi Srl, braccio operativo della Vivaldi Srl, dal curatore fallimentare del Tribunale di Venezia (allo stato in cui si trovava).
Con sentenza n. 253 del 25.05.2004, il Tribunale di Venezia, Sezione di San Donà di Piave, ha dichiarato: “Non doversi procedere nei confronti (dei proprietari) della Dinamica Costruzioni e Servizi Snc in ordine al reato loro ascritto, perché estinto per prescrizione. Confisca di quanto in sequestro”. Nel gennaio 2006 è avvenuto il passaggio di proprietà dell’immobile da Nautiche Portegrandi Srl a Vivaldi Srl. per l’avvio del Piano di Recupero anche di quel comparto.
Solamente a fine 2008 la Guardia Forestale dello Stato ha notificato la sentenza di confisca del capannone incriminato, sottraendo la proprietà alla Vivaldi, malgrado il Tribunale di Venezia (per il tramite del curatore fallimentare) ne abbia favorito la vendita nel corso del procedimento penale.

Conclusioni:
  • Oggi, la Vivaldi Srl non è più proprietaria dell’immobile, perché confiscato (il provvedimento di confisca è stato notificato molto dopo la sentenza del Tribunale e malgrado lo stesso Tribunale abbia consentito la vendita);
  • Di conseguenza, la proprietà è del Demanio dello Stato e chi deve provvedere alla bonifica è lo Stato o, in subordine, il Comune se ne verrà trasferita la proprietà. A meno che la Vivaldi non provveda ad acquistarlo di nuovo (per due volte). È questa una soluzione?
  • Allo stato attuale è in corso una causa promossa dalla Vivaldi Srl per vedersi riconosciuto il possesso dell’area, atteso che è stato lo stesso Tribunale di Venezia (per il tramite del curatore fallimentare) a legittimare l’atto di compravendita nel 2006.

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