sabato 24 dicembre 2011

EQUITA' ... ma chi ti conosce?

EQUITA': "Virtù che consente l'attribuzione o il riconoscimento di ciò che spetta al singolo in base ad una interpretazione umana e non letterale della giustizia" (Devoto-Oli). Virtù che appartiene solo al terzo livello del ceto sociale, ovvero a chi è costretto a sopravvivere e chinare la testa di fronte ai molti soprusi, perpetrati magari in nome della salvezza della patria. Ma la salvezza passa solo attraverso "lacrime e sangue" dei soliti noti. Così, in nome dell'equità sociale, babbo natale ci porterà un bel sacco pieno di tasse: casa, stipendio, blocco sulle rivalutazioni delle pensioni, accise sui carburanti, aumento del canone TV, aumento a gennaio dei biglietti ed abbonamenti del 25% dei treni (che sembrano più carrozze trasporto bestiame, che passeggeri), luce, acqua e gas e soprattutto i generi di prima necessità per l'aumento dell'Iva, per l'aumento dei carburanti e del trasporto delle merci.



E' una catena senza fine!



Dall'altra parte della barricata, si festeggia! Non il Natale, ma il mantenimento dei sprechi della politica, dei previlegi, delle auto blu, dei vitalizi, dei viaggi, delle indennità, del magna-magna, dei doppi o tripli incarichi ben retribuiti, delle feste per i 150 anni dell'unità d'Italia (ma di quale Italia parlano?).



Ci hanno fregato le elezioni, hanno messo i professori a raddrizzare la nostra economia mettendoci la camicia di forza, con grande soddisfazione dei "corvi" che preannunciavano la caduta dello spread e l'inizio di una nuova vita nel segno dell'equità e della giustizia sociale e i "corvi" si sono messi a tavola con chi, di turno, comanda, stanchi forse di stare all'opposizione.



Ma ci sarà la fase due, ovvero nuovi sacrifici. Perchè per trovare risorse per il rilancio dell'economia dovranno raschiare la solita botte, mungere il solito bovino ... così arriverà carnevale e il popolo bue sarà occupato a spargere coriandoli e suonare la trombetta.



Chi ha goduto di questa crisi internazionale sono le banche, che, grazie al foraggiamento della BCE (maxi operazione di finanziamento anti-crisi per 40,44 miliardi di euro, al tasso dell'1% alle banche italiane) hanno sistemato i propri sprechi, ma in compenso chiedono tassi altissimi per chi si trova in difficoltà.



La Spagna, per superare la crisi, è andata alle elezioni politiche, ha annunciato una manovra "lacrime e sangue" ma senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Anzi, tagliando le tasse e snellendo la burocrazia. E lo spread è disceso in picchiata, senza professori! Come hanno fatto: 1) scure sulla spesa pubblica, 2) abolizione dei prepensionamenti, 3) riforma dell'amministrazione statale e regionale per evitare costosi doppioni e sovrapposizioni (questo è Federalismo), 4) congelamento del turn over per gli statali, 5) grande riformulazione del mercato del lavoro. Tutto questo condito con incentivi di 3.000,00 euro alle imprese che assumeranno giovani al primo impiego, sgravi ed agevolazioni per le piccole e medie imprese, diminuzioni delle imposte sul valore aggiunto sull'acquisto degli immobili. Le tasse creano recessione, non crescita. E con la contrazione del PIL la crisi non leva le tende e soprattutto le spread non scende. C'è qualcuno disposto a dirlo ai professoroni italiani?



sabato 10 dicembre 2011

INDIGNARSI SI PUO'

Adesso non sono più chiacchere, sono fatti.


La manovrona dei professori (la maschera della sinistra) tanto cara al Presidente della Repubblica e al "gatto e la volpe" (Sarkozy-Merkel) rappresenta un arrogante insulto nei confronti del ceto medio-basso degli italiani. I sacrifici li pagheremo tutti e solo noi, rei di aver condotto un tenore di vita superiore alle nostre disponibilità economiche e di aver condotto la povera Italia alla bancarotta. Parliamoci chiaro: la reintroduzione dell'ICI (con le rendite raddoppiate), l'introduzione dell'IMU, l'innalzamento dell'età pensionabile, l'introduzione del contributivo per tutti, l'aumento delle accise sui carburanti, l'aumento dell'IVA (non la cantante), il furto sui conti correnti, gli aumenti sulla sanità, ecc. incideranno pesantemente sulle classi più deboli dei cittadini; pensionati al minimo e lavoratori dipendenti. In cambio, nessun taglio di previlegi, di sprechi, di cui il nostro Paese è pieno. Si parlava di un parziale taglio delle province, di cura dimagrante di alcuni organi dello Stato ... ma, come per magia, sono scomparsi dal decreto firmato dal Presidente della Repubblica.


DOVE CI PORTERANNO I PROFESSORONI?


Il peso del Fisco in Italia (in % sul Pil) ha fortemente depresso la vita degli italiani e contribuito alla depressione dell'economia: 1980=31,4%, 1985=34,6%, 1995=41,2%, 2000=41,6%, 2005=40,5%, 2006=42,1%, 2007=43,3%, 2008=42,7%, 2009=43,2%, 2010=42,3%, 2011=42,7%, 2012=45,7%, 2013=46,4%, 2014=46,9%.


Non serve un economista per capire che di fronte a queste percentuali non c'è crescita, ma depressione e povertà. Povertà per chi? per le banche, per le caste, per i previlegiati, per i truffatori, per i ricchi? NO!, per i cittadini che hanno sempre lavorato e pagato in silenzio. E' ora di dire basta con l'arma del voto. Arriverà anche il voto, fintanto che sarà garantito.


L'equità non è un opzional, è un diritto.


A proposito di equità: è apparso sulla stampa internazionale (quale onore) che a Comitini (un comune in provincia di Agrigento) popolato da 960 residenti, dove non ci sono risorse, ne industrie, esistono ben 67 dipendenti comunali e 9 vigili urbani che gravano indisturbati sulle spalle dei veri contribuenti, ovvero del Nord. Quanti altri esempi si possono elencare!


E' una strana Italia, la nostra. I sacrifici sono sempre a carico dei "soliti idioti". Più questi aumentano e più aumentano gli sprechi. Non dovrebbe essere il contrario?


Serve un vero FEDERALISMO, solidale per quanto possibile, ma capace di premiare chi governa bene e di sanzionare chi dell'arte del governare ne fa una questione per arricchirsi.


lunedì 28 novembre 2011

FEDERALISMO INEVITABILE PER TAGLIARE GLI SPRECHI

Chi si aspettava miracoli da Mario Monti, oggi si è convinto del contrario. Per via della lentezza nel promuovere quelle azioni riformatrici che il Presidente Napolitano prima e l'Europa poi hanno preteso. Molti hanno definito l'incarico a Monti, da parte del Presidente della Repubblica, come un insulto alla democrazia. L'articolo 92 della costituzione italiana lascia intendere tale ipotesi, ma non nella forma attuata, in cui un governo legittimamente eletto possa essere dimesso senza una sfiducia parlamentare.

Da troppo tempo e da più parti si auspicava l'istituzione di un governo tecnico che sapesse aggredire la disastrata economia, rilanciare l'occupazione, mettere in ordine i conti pubblici e, magari, tagliando i previlegi della casta e distribuire qualche euro ai lavoratori.

Invece, giornali e televisioni ci preannunciano stangate: aumento di tasse, sacrifici, lacrime e sangue ... sempre a carico dei lavoratori, dei pensionati e non già ai banchieri, veri colpevoli della crisi finanziaria.

Vorrei condividere con i cittadini alcune perplessità:



  1. Chi dovrebbe sostenere questo Governo tecnico?


  2. E' veramente un Governo tecnico quello di Mario Monti?


  3. Può davvero questo Governo risollevare la nostra economia?

Il Governo ha giurato a tempo di record. Ne fanno parte (vedi Libero del 17.11.2011) :




  • Paola SEVERINO - Giustizia - Quota banche - Vaticano;


  • Corrado PASSERA - Sviluppo, Trasporti e Infrastrutture - Quota banche-Rcs;


  • Elsa FORNERO - Welfare - Quota banche e sinistra torinese;


  • Andrea RICCARDI - Cooperazione internazionale - Quota S. Egidio-Rcs;


  • Lorenzo ORNAGHI - Beni culturali - Quota card. Ruini;


  • Gianpaolo DI PAOLA - Difesa - Tecnocrate bipartisan;


  • Corrado CLINI - Ambiente - Tecnocrate bipartisan;


  • Mario CATANIA - Politiche agricole - Tecnocrate bipartisan;


  • Francesco PROFUMO - Istruzione - Quota sinistra torinese;


  • Fabrizio BARCA - Coesione territoriale - Quota Prodi-Ciampi;


  • Piero GIARDA - Rapporti col Parlamento - Quota Prodi-banche;


  • Piero GNUDI - Turismo e Sport - Quota Prodi-Casini;


  • Annamaria CANCELLIERI - Interno - Quota Casini;


  • Enzo MAOVERO MILANESI - Affari europei - Quota Monti;


  • Giulio TERZI DI SANT'AGATA - Esteri - Quota Fini;


  • Renato BALDUZZI - Salute - Quota Bindi.

Tutte degnissime ed autorevoli persone, ma non mi sembrano rappresentare la maggioranza uscita dalle urne nel 2008.


Chi è meno giovane, ricorderà un certo Mario Monti, sottosegretario al Bilancio dal 1989 al 1992 - Ministro Cirino Pomicino - Governo Andreotti VI-VII. Il debito pubblico al momento dell'insediamento ammontava a 553.140.900.000 euro, attualizzati ad oggi. A giugno 1992 il debito pubblico era salito alla cifra di 799.500.700.000 euro, con un incremento del 44,53% in tre anni, ed è tra i record assoluti della storia della Repubblica italiana.


La spesa pubblica: è passata da 254.418.970.000 a 371.209.895.000 euro, con un incremento pari al 45,90%. Altri tempi si dirà, ma questi sono i fatti.


Beppe Grillo ha detto che Monti e Co. sono stati nominati dallo spread e non dal popolo italiano, mentre il Presidente Casini, il 10 novembre scorso, disse: Se nascesse un governo guidato da Monti lo spread si ridurrebbe. Anche il prof. Rocco Buttiglione, il 9 e il 12 novembre scorso disse: Le dimissioni di Berlusconi valgono 300 punti di spread ... il Presidente della Repubblica è stato geniale a nominare Monti senatore a vita, un preincarico che ha fatto calare di 70 punti lo spread. Molti altri politici di sinistra si sono espressi in maniera analoga.


FEDERALISMO INEVITABILE PER TAGLIARE GLI SPRECHI


Martedì 22 novembre scorso è apparso su Libero un articolo di Marco Nicolai - Professore di finanza aziendale straordinaria presso l'università degli studi di Brescia - il quale commentava un passo del libro di Luca Ricolfi: La Repubblica delle tasse. Perchè l'Italia non cresce più. Quello che condivido fermamente è il concetto che l'autore sostiene che nella decrescita nazionale, il Mezzogiorno, nonostante i suoi atavici problemi, ha goduto in realtà di un vantaggio competitivo dovuto all'evasione fiscale, che gli ha permesso una crescita con un Pil superiore, sebbene non di molto, a quello del Nord (1,3% contro lo 0,9%). Soprattutto gli ha permesso in questi anni di recuperare in termini di consumo e potere di acquisto, guadagnando un tenore di vita medio equiparabile a quello delle regioni del centro-nord, secondo alcune valutazioni anche superiore, mentre il proprio contributo produttivo è drasticamente inferiore con un prodotto per abitante che non raggiunge il 60% di quello del Nord. Un tenore di vita garantito dall'evasione che ha alimentato il debito pubblico, così che, dopo tanti anni, il crocevia della crescita nazionale è ancora il federalismo, con una azione che avrebbe dovuto incidere su questi aspetti, non solo riequilibrando risorse tra nord e sud, ma soprattutto stabilendo principi di meritocrazia ed efficienza, presupposti essenziali per la crescita e la lotta all'evasione fiscale. Un sistema di premi e punizioni che rendesse conveniente per tutti diventare più efficienti, parsimoniosi e rispettosi dei doveri fiscali.


Accelerare l'attuazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale approvati dal Governo che è stato dimissionato - e che non è riuscito a portare a termine - è l'unico vero obiettivo per salvare il nostro Paese. Può farlo un Governo definito tecnico?


giovedì 20 ottobre 2011

LETTERA APERTA AL SINDACO su Via Pascoli

Gentile Sindaco,
riprendo il ragionamento più volte espresso relativo all'alternativa di Via Pascoli per la soluzione del problema del traffico.
Bene ha fatto il Sindaco di Roncade, che ha sospeso i lavori di chiusura del tratto di strada Musestre (Quarto) - Roncade per la realizazione della terza corsia autostradale e la sostituzione del ponte di collegamento, in attesa di individuare un percorso alternativo e non penalizzante per la popolazione. Ed è riuscita a farlo, costringendo Regione e Autovie Venete ad interrompere i lavori.
Ho sempre sostenuto che l'autorità del Sindaco è estremamente importante quando si sovrappongono ostacoli per i cittadini. Il Sindaco ha quindi il potere di far modificare le scelte fatte in altra sede, anche se da organi gerarchicamente superiori all'ente locale.
Ciò vale anche per Via Pascoli e per le vie del centro invase da un traffico estraneo, i cui livelli di inquinamento, oggi, preoccupano.
La vecchia uscita della tangenziale di Mestre è divisa in due tronconi: uno in uscita e uno in entrata all'autostrada, entrambi indipendenti tra loro e se è vero che il tratto interessato è stato delimitato come area di cantiere, la soluzione può benissimo coesistere: sia quello che serve per la realizzazione della terza corsia (lato ovest - Casale sul Sile), sia per l'altro troncone (lato est - Centro di Quarto) che può essere utilizzato per far defluire il traffico in uscita su Via Roma mediante quella famosa bretellina di collegamento con Via 1° Maggio.
Sono sicuro che il riaffidamento delle opere accessorie al Passante ad altra ditta e la loro realizzazione, a seguito del fallimento della ditta vincitrice della gara d'appalto, comporteranno una lungaggine temporale che richiederà un tempo superiore al Tuo primo mandato.
Vale la pena di tentare e così si realizza quanto proposto in campagna elettorale.
La cosa è fattibile anche per un altro motivo. Quello, cioè, di aver convinto l'Ing. Fasiol (Veneto Strade) a praticare la soluzione in parola (la corrispondenza è agli atti del Comune. In caso contrario ne custodisco una copia). Peccato che il Tuo predecessore si sia sempre opposto ad una soluzione di buon senso (vedi che il Sindaco conta?).
Unitamente ad altri consiglieri comunali, ho inoltrato un esposto (che allego) alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e al Prefetto per l'inutile ostilità del Sindaco e per l'inutile spesa di circa due milioni di euro per la realizzazione di un inutile ponte di attraversamento, quando a pochi passi ne esiste uno in grado di svolgere analoga opera.
Insisto nella richiesta (potrei fregarmene) perchè sono convinto sulla Tua sensibilità ai temi ambientali e non solo, come del resto lo sono anch'io, dopo tante battaglie. Per non renderle vane.
Cordiali saluti.
Celestino Mazzon

sabato 10 settembre 2011

VIA PASCOLI: vorrei ma non posso!

Sul traffico e sull'inquinamento di Via Pascoli (ma anche nel centro del capoluogo) sono anni che se ne parla. E sulla scia delle giuste proteste dei cittadini, degli incontri e delle promesse, ciascuna lista presente alle ultime elezioni amministrative aveva nel proprio programma la riapertura della vecchia uscita della tangenziale di Mestre per liberare il traffico dal centro del paese. Perfino chi aveva permesso il traffico autostradale sulle strade comunali e aveva con forza osteggiato la soluzione proposta dai cittadini, ha utilizzato lo slogan della riapertura per catturare voti. Voglio però attirare l'attenzione dei cittadini su alcuni dati ambientali dell'ARPAV, conseguenti alla scellerata apertura del traffico autostradale sulle vie del centro ed, in particolare, su Via Pascoli permessa da Marcassa & co.

Il primo: "il livello sonoro rilevato nel periodo notturno (fine febbraio-inizio marzo 2011) è superiore al limite di zona per area di classe II (che è fissato in 45 dBA)";

il secondo: "il livello sonoro rilevato nel periodo diurno (stesso periodo) nella pozizione 2 è risultato superiore al limite di zona per aree di classe II (che è fissato in 55dBA);

il terzo: riguarda il traffico su Via Pascoli. Dai rilievi effettuati tra il 21 febbraio e il 10 marzo 2011, la strumentazione dell'ARPAV rileva il passaggio di 2.800/3.000 automezzi in un solo lato e quindi tale numero viene raddoppiato. Bisogna considerare che questi transiti sono stati rilevati tra febbraio e marzo 2011, mentre non si conoscono i transiti proprio nei mesi estivi dove maggiore è l'afflusso dei veicoli diretti alle spiagge. Non è tutto. Se consideriamo anche le altre vie del centro del paese avremo il dato del traffico totale che rende elevata la concentrazione di PM10 e relativi idrocarburi policiclici aromatici. Un anno prima sono stati rilevati in Via della Resistenza e Viale Kennedy n. 3.429-3.900 automezzi (solo da un lato verso Quarto), Via Stazione n. 3.600 (direzione stazione), Via Gramsci, direzione stazione n. 1.200 veicoli, in Via Pascoli, direzione Quarto, transitarono 2.531 veicoli. Trattasi di rilievi effettuati dalla Provincia di Venezia in giorni feriali e non estivi. Fatti i conti invadono il centro del paese circa 20.000 veicoli al giorno, senza contare il traffico estivo diretto alle spiagge.

Hanno ragione i cittadini a protestare?

Passate le elezioni, è calato il silenzio totale sul grave problema da anni denunciato, come se la soluzione non riguardi il Sindaco, che può imporre la sua volontà su Veneto Strade (Regione), a maggior ragione quando la soluzione proposta può far diminuire l'inquinamento.

A questo punto conviene intentare una Causa collettiva contro il Sindaco che non interviene a difesa dei cittadini.

giovedì 28 luglio 2011

ABOLIAMO LE PROVINCE




Le 110 Province italiane costano al contribuente 17 miliardi di euro all'anno; i politici provinciali sono 4.200 e bruciano 115 milioni circa all'anno. Il costo della macchina burocratica ammonta a 4,1 miliardi all'anno. La spesa per le Province è aumentata del 70% rispetto al 2000. Gli interessi passivi delle province ammontano a 552.351.649 euro, all'anno, pari a euro 1.431.000 al giorno (che pagheremo noi cittadini). Il debito complessivo delle province (dato al 2008) ammonta a 11,6 miliardi, debiti ancora una volta a carico dei cittadini. Alla visione di questi dati, non un manager, ma un semplice cittadino direbbe: "Perchè esistono? a chi servono? chi trae vantaggio da questa situazione?".

COSA SI POTREBBE FARE ABOLENDO LE PROVINCE:



  1. azzerrare il deficit sanitario italiano accumulato dalle Regioni (non tutte per fortuna);


  2. tagliare di due punti le aliquote fiscali, favorendo imprese e lavoratori;


  3. raddoppiare il bilancio per la sicurezza e la difesa del nostro territorio;


  4. spendere in infrastrutture quanto la Spagna spende in 10 anni.

Le Province incamerano (dai cittadini) imposte che dovrebbero invece essere trasferite ai Comuni, e diventano sempre più care. Di seguito alcuni esempi di comparazione tra il 2001 e il 2005 (in milioni di euro):




  • entrate tributarie: 3.356 - 4.625 aumento del 38%;


  • Ipt (Imposta sui veicoli): 1.008 - 1.182 aumento del 17%


  • Imposta RC auto 1.357 - 2.084 aumento del 54%


  • Add. Energia Elettrica 618 - 685 aumento del 11%


  • Tributo ambientale (rifiuti) 144 - 200 aumento del 39%


  • altre entrate tributarie 229 - 474 aumento del 107%

Perché, per iniziare, non vengono istituite le famose Città Metropolitane, previste dalla legge 142/1990, abolendo le rispettive province?


Sarebbe un passo in avanti significativo, che renderebbe meno dura la mannaia economica piovuta sulla testa dei lavoratori, pensionati e piccole imprese con l'approvazione della finanziaria 2011.

domenica 29 maggio 2011

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 15-16 MAGGIO 2011 - CONSIDERAZIONI DI CELESTINO MAZZON, Candidato Sindaco di "QuartoDomani"

Finalmente è alle spalle il 16 maggio 2011, che si è portato via anche una campagna elettorale fatta di diffamazioni, insulti, scorrettezze. Mai ci siamo permessi di insultare gli avversari politici; mai abbiamo ingannato gli elettori con promesse che non avremmo mantenuto. Abbiamo raccolto solo 325 preferenze, che avrebbero fatto comodo a più di qualche altro candidato sindaco per sedere nella poltrona più prestigiosa, ma hanno preferito rinunciare inventando plateali giustificazioni. Sono stati sconfitti i poteri occulti, chi credeva di "possedere" il Paese, chi nascondendosi dietro le quinte pensava di continuare a manovrare un Paese che non è più al loro servizio, chi pensava che con le intimidazioni si potesse vincere.
Anche se il bottino elettorale complessivo è magro, 183 preferenze a Portegrandi risulta essere il risultato più alto tra tutte le sette liste in competizione. Grazie ai cittadini della Frazione che hanno creduto ai fatti e non alle promesse.
L'impegno non si esaurisce in questa competizione, perchè continuerò a rappresentare la maggioranza dei cittadini della Frazione con lo stesso entusiasmo che ho "dimostrato" finora.
Un seggio non rappresenta un traguardo, conta l'impegno giorno per giorno al fianco dei cittadini.

martedì 3 maggio 2011

CREDITO COOPERATIVO A PORTEGRANDI

Ormai la notizia è di dominio pubblico: la BCC, filiale di Portegrandi, chiude a fine settimana, anche se resta attivo ancora lo sportello automatico (bancomat). La Banca, come tutte le imprese, segue le regole del mercato: se è in attivo resta aperta, se ci sono perdite chiude, ovvero taglia per primo i rami meno produttivi.

Nel caso della BCC il discorso è un pò diverso: essa è una impresa strettamente locale e fondata sul credito cooperativo, la cui funzione ha carattere preminentemente sociale, prima che essere banca. Un servizio sociale importante al Paese. Ho chiesto se era possibile almeno limitare i danni, ovvero tenere aperto lo sportello almeno due/tre giorni alla settimana: Niente.

Possono i cittadini impedirne la chiusura?

Non ho ancora sentito una parola dal Sindaco (è anche socio), che è stato informato parecchio tempo fa.

Anche nel 2001 è accaduto un fatto analogo a Portegrandi, ma grazie al Sindaco ed al sottoscritto (che allora era vice sindaco) siamo riusciti a mantenere attiva la Banca.

Cosa si può fare? O cambiare conto, o chiedere a qualche altra Banca la disponibilità di uno sportello a Portegrandi. E' doloroso arrivare a questo punto, ma, oggi, siamo senza il minimo di solidarietà da parte delle istituzioni.

lunedì 18 aprile 2011

SCUOLA DELL'INFANZIA A PORTEGRANDI

Una inaspettata decisione quella della Superiora Generale delle suore, dopo i festeggiamenti del 70° anniversario della presenza delle suore a Portegrandi. Infatti, a conclusione dell'anno scolastico 2010/2011, cesserà anche la presenza (importante) delle suore presso la scuola dell'infanzia a Portegrandi, motivando il fatto che quelle presenti sono super anziane e cagionevoli di salute e non ci sono altre suore a disposizione. Decisione irrevocabile! Può una comunità privarsi di un servizio così importante e lodevole? E' auspicabile una sua continuità, magari con personale laico. Il problema sono i costi del personale laico che non può essere completamente a carico dei cittadini (mancando una struttura pubblica). Forte deve essere l'intervento dell'Amministrazione comunale, che dovrebbe essere attenta ai bisogni dei cittadini e, per quanto mi riguarda, adotterò ogni misura per il mantenimento fisico della struttura e l'intervento economico conseguente. Come abrogherò i recenti aumenti sul trasporto scolastico e sulle rette del buono pasto, che ritengo un atto ingiusto ed ingiustificabile introdotto dall'Amministrazione comunale per "aggiustare il bilancio". Magari ci ritroveremo un avanzo di amministrazione (sicuro) per pianificare le scelte sulle nostre scuole.

GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI - PIANO FINANZIARIO

Non so se a proposito o per dimenticanza, nel Consiglio comunale del 28 marzo scorso in occasione dell'approvazione del Piano Finanziario relativo alla "Gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati e servizi connessi", l'Assessore Nacca ha omesso di dichiarare che il Servizio ingombranti veniva cancellato a seguito dell'apertura dell'ecocentro. A conti fatti, il servizio ingombranti (quello del prelievo a domicilio) veniva a costare euro 19.600,00 che spalmato su tutte le utenze iscritte avrebbe comportato un aumento in bolletta pari a euro 4,90. Manovra elettorale? Come è possibile trasportare all'ecocentro un frigorifero, una lavatrice, un mobile ... con l'auto (per chi ne possiede una)? La risposta è stata che il cittadino dovrebbe inventarsi un trasporto collettivo con un camioncino (a pagamento). Non ci sono parole per commentare una tale mancanza!

martedì 15 marzo 2011

Consiglio comunale del 14 marzo 2011

Appuntamento importante, quello odierno, che segna la conclusione del mandato elettorale dell'attuale maggioranza ridotta all'osso per le dimissioni di tre consiglieri che, via via, hanno abbandonato la compagine al governo del Comune, non condividendone le linee programmatiche proposte.
Tra gli argomenti trattati, il più importante è stato l'approvazione del bilancio di previsione 2011 "lacrime e sangue" per i cittadini con i soli voti della maggioranza. Infatti, tra i provvedimenti punitivi si segnala:
1) l'aumento del costo del trasporto scolastico del 10%;
2) l'aumento del prezzo del pasto scolastico (intero costo del pasto a carico dei ragazzi);
3) l'aumento del 10% della retta dell'asilo nido Pollicino;
4) l'addebito delle utenze degli impianti sportivi a carico delle Società sportive, culturali, ricreative;
5) la riduzione dei costi per lo sfalcio del verde pubblico.
Sul penultimo punto, si deve premettere che le Società/Associazioni, non a scopo di lucro e che hanno curato la manutenzione ordinaria degli impianti coperti e scoperti sulla base di una Convenzione, hanno in "gestione" 700/800 ragazzi che praticano uno sport o una disciplina ricreativa dovranno farsi carico anche dei costi delle utenze, che rappresentano un onere insopportabile sia per le Società/Associazioni (che operano in regime di volontariato), che per i ragazzi, sui quali dovranno essere ripartite le spese.
Tanto vale consegnare le chiavi degli impianti al Sindaco, che voleva passare alla storia per aver creato la più grande piazza del Paese (S. Michele) e che è costata ai contribuenti 1.850.000,00 euro. Altro che tagli alle spese!
Infine, hanno pure licenziato il Segretario comunale, che lascierà l'incarico con il cambio di amministrazione. Gesto inopportuno, come del resto inopportuna (per usare un termine gentile) è stata la strategia politico-partitica di sinistra messa in atto.
Si tenta sempre di scaricare le responsabilità al Governo, reo di aver tagliato i trasferimenti ai Comuni e di aver praticato tagli orizzontali, senza alcuna strategia strutturale e si dimentica che i nostri amministratori locali hanno fatto altrettanto, caricando insopportabili costi alle famiglie che hanno il torto di avere figli che frequentano l'asilo nido, le scuole primarie e secondarie, nonchè gli impianti sportivi del paese.
Bell'esempio di politica.

venerdì 7 gennaio 2011

L’(IN)GIUSTIZIA = indulto quotidiano

Recentemente, in Commissione Affari Costituzionali del Senato, il Capo della Polizia Antonio Manganelli ha ricordato che “in Italia esiste una situazione di indulto quotidiano che rende inutile l’azione delle forze di polizia; non c’è alcune certezza della pena. Occorre mano dura nei confronti della clandestinità e durissima verso le organizzazioni criminali che la sfruttano. In questo momento il 35% della popolazione carceraria è composta da immigrati clandestini e il 30% dei reati predatori (furti, rapine, truffe) sono commessi da immigrati clandestini.”
“Dunque, basta ipocrisie, basta col giochino che si esercita nel dipingere come cattivo colui che contrasta la clandestinità e buono, invece, che la tollera e l’accoglie. Questi ultimi danno in pasto queste persone alle belve che sono nelle organizzazioni criminali. Questa è la verità che è ben chiara alle forze di polizia di tutta Europa”. (Libero 29.12.2010)