venerdì 28 settembre 2012

QUANTO COSTA LA POLITICA

Si fa un gran parlare dei costi della politica. Soprattutto ora che affiora l'uso spesso truffaldino del denaro dei contribuenti in mano ad alcuni politici senza scrupoli di qualsiasi orientamento partitico. L'indignazione è d'obbligo alla luce dei continui salassi da parte del Governo nei confronti dei cittadini e nulla fa per impedire lo scempio in atto.
Una indagine promossa dal sindacato UIL e pubblicata su Libero del 26 settembre scorso dimostra la quantità di denaro che le nostre istituzioni bruciano ogni anno, malgrado le promesse di ridurre la spesa pubblica, anzi questa aumenta di anno in anno.

Se il Governo tagliasse veramente il 20% del costo diretto della politica e rendesse più efficiente l'organizzazione pubblica, si risparmierebbero circa 5 miliardi, che aggiunti ad altri 5 miliardi del costo indiretto della politica, favorirebbero il taglio totale delle addizionali Irpef o, ancora, potrebbero incrementare le tredicesime dei dipendenti e pensionati di 400 euro. O, ancora tagliare una parte dell'IMU (la tassa più odiata dagli italiani).
Ci vuole coraggio per prendere una buona forbice e dare un forte segnale di discontinuità della politica, eliminando parte dei finanziamento ai partiti, delle pensioni d'oro (vitalizi), delle decine di indennità non solo ai parlamentari, ma anche a tutti i consiglieri regionali, i quali ne hanno copiato alla grande le proprie opportunità.
La tabella che segue dà il quadro delle indennità di fine mandato dei consiglieri regionali, vero e proprio scandalo, che dimostra come la politica viene intesa come riempirsi la pancia, piuttosto che intesa come perseguimento del bene comune.

Tabella pubblicata su Libero del 26 settemre 2012

Ogni commento è superfluo.


sabato 1 settembre 2012

L'UOMO DEI RECORD

Va in scena una commedia semiseria in due atti: l'Uomo dei record
Personaggi ed interpreti: Il Cerimonire, l'Uomo dei record e ABC
Sottotitolo: Come spremere gli italiani e distruggerne l'economia

Cacciato il CAV perché occupato più in questioni di letto, che del nostro Paese, il gran Cerimoniere, dimostrando che la questione morale può commissariare la democrazia, ha nominato l'Uomo dei record alla guida del Governo, quello stesso che, da viceministro al Tesoro, nel 1990, ha favorito l'aumento del debito pubblico, quasi del 50%.
Dopo quasi un anno di "lacrime e sangue", con grande stupore, ci accorgiamo che le Riforme poste in essere e per le quali si sono rese necessarie una settantina di nuove tasse, sono rimaste sulla carta, meno i nostri soldi che hanno, di fatto, aumentato il debito pubblico per la voracità della burocrazia, portandolo a nuovi record e rendendoci tutti più poveri.
Più che le parole, valgono le tabelle sottonotate che rappresentano il bilancio delle 7 Riforme approvate dalle forze di ABC, la cui applicazione concreta è pari al 15,6% (fonte Libero del 30/08 e 1°/09). Una riforma per essere attuata ha bisogno dei famosi decreti attuativi. Così, su un totale di 393 decreti attuativi ne sono stati emanati solo 53, pari, appunto, al 15,6%. Siamo a ridosso di elezioni politiche (?) Chi completerà i provvedimenti che hanno derubato gli italiani, hanno aumento il debito pubblico, creato più inflazione, più disoccupazione, meno produzione industriale e commissariati dall'Europa.
Pensate seriamente di votare ABC?


Mi ha colpito una frase del candidato alla Presidenza degli USA, Mitt Romney, alla convention dei repubblicani: "Quello che è necessario nel nostro Paese non è tanto complicato o profondo. Non serve una speciale commissione governativa per dirci di che cosa ha bisogno l'America. Ha bisogno di posti di lavoro, un sacco di posti" . Ha elencato un piano in cinque punti: 1) Indipendenza energetica sfruttando tutte le fonti, petrolio, carbone, gas, nucleare e rinnovabili;  2) Riforma scolastica dando ai giovani gli strumenti professionali per soddisfare le richieste delle aziende; 3) Fare accordi di libero scambio con i paese esteri; 4) tagliare il deficit ed abbassare il debito pubblico per far si che imprenditori e creatori di lavoro non vedano svanire i loro investimenti come in Grecia; 5) Ridurre tasse sugli imprenditori semplificando e modernizzando le regole che strozzano soprattutto i piccoli business.
Questa è politica seria che andrebbe bene anche nel nostro Paese!

Il secondo atto si apre sulla questione legata alle intercettazioni telefoniche tra il Cerimoniere e l'ex uomo forte della D.C. Una persona di intelligenza normale, di fronte alla questione, griderebbe allo scandalo, perché ciò non è ammesso dalle "Regole". Ma la questione riguarda un periodo storico funestato dalle stragi di mafia, nel quale, sostiene la Magistratura, sono coinvolti i vertici dello Stato e la mafia stessa.
Dato che nessuno smentisce il coinvolgimento, perché chiedere la distruzione delle intercettazioni? Solo perché coinvolgono la Casta?
No! Abbiamo bisogno di chiarezza, nonostante tutto e prima che cali il sipario.

venerdì 10 agosto 2012

SEI RAZZISTA? Assolto!

Non è una sentenza di qualche Tribunale italiano, ma la ovvia lettura di quello che accade oggi, complice la crisi che tocca (e toglie) profondamente le nostre tasche. Toglie ai polentoni per pagare sprechi, lassismo ed incompetenze di una classe politica (non di un popolo) che, per rimanere al timone di comando, offre a piene mani clientelismo. Esempi che si leggono in "quasi" tutti i quotidiani; uno su tutti: i 28.542 forestali della Sicilia a fronte di 510.000 ettari di superficie boschiva, contro i 4.000 forestali del Canada che conta 400 milioni di ettari a bosco.
Eppure ogni anno assistiamo ai devastanti incendi, che molti dicono causati dolosamente.
Al tavolo di questa politica hanno consumato spudoratamente un pò tutti: dalla destra, dal centro, dalla sinistra. Senza vergogna e fallendo. E questo è solo la punta dell'iceberg di una nazione che si ostina a dichiararsi unita. In questa situazione di debolezza politica si è insinuata la bocca speculativa dei mercati finanziari internazionali, come le iene su un animale allo stremo ed indifeso. Per risolvere la crisi è stato inventato il Governo dei professori che, per raffreddare lo spread, ci hanno svuotato le nostre tasche con una settantina di nuove tasse e di un paio di riforme che stanno producendo più danni che benefici. I cortigiani di Monti, pur non condividendo la politica del Governo, ne appoggiano la parte che serve a danneggiare gli avversari, ma suggeriscono, da sinistra, una nuova mega patrimoniale (così anche i ricchi piangono), da destra, la svendita del patrimonio pubblico (qualcuno di certo ne approffitterà), mentre dal centro, che ha visto nel commissariamento lo strumento per salire al Quirinale, strizzano l'occhio sia a destra, che a sinistra.
E gli sprechi di Stato sono sempre maggiori!
QUALE ALTERNATIVA? La ricetta è sempre la stessa da almeno un ventennio, ed ora, se ne accorge anche la stampa straniera: LA CREAZIONE DI TRE MACROREGIONI: NORD, CENTRO, SUD ED ISOLE proposta da Gianfranco Miglio. Tre Italie legate dal Federalismo sussidiario, dove ciascuna deve sfruttare le proprie risorse, ridimensionando il governo centrale. Miglio scrisse sul tema: "Considerata la pietosa esperienza dello Stato nazionale-unitario (...) l'unica alternativa da tentare è quella costituita dalla consapevole integrazione tra grandi aggregazioni geo-economicamente omogenee: il Nord, il Centro, il Sud e le Isole". 
A queste conclusioni era giunto anche il primo Presidente della Regione Emilia-Romagna (1975), il comunista Guido FANTI, il quale aveva ipotizzato la sua "LEGA DEL PO". Fanti fu intervistato dalla Stampa di Francesco Santini in un articolo dal titolo "Ma nascerà davvero la super regione della Padania?" Alcuni passi significativi dell'articolo: "Alla vigilia dell'incontro Governo-Regioni, Guido Fanti Presidente della Giunta dell'Emilia Romagna rilancia con il tema Padania il ruolo dell'area del Po e giudica improcrastinabile un accordo tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per superare la crisi che ha colpito il Paese (...) Inserisce su questo punto il progetto di un accordo tra le cinque Regioni dell'area del Po e subito aggiunge che la proposta non nasconde l'insidia di scaricare una nuova forza sul governo centrale: vuole al contrario convogliare l'apporto coordinato di un'area geografica che ha in comune un groviglio di problemi irrisolti, di scelte non fatte. Il Presidente della Giunta emiliana individua nel superamento delle vecchie strutture dello Stato centralistico e nella rapida attuazione del nuovo Stato decentrato, la via d'uscita per il Paese".
Il nostro Paese è suddiviso in due sottospecie politiche: la prima, costituita da coloro che vogliono mantenere lo "Status quo" per gestire i propri affari; la seconda, costituita da che vuol cambiare lo Stato, ma nulla fa per cambiarlo, per non perdere la poltrona.
Basta con questa classe politica e con quella che sta alla finestra pronta a prenderne il posto.
Un bel REFERENDUM per spazzare via iene e sanguisughe.

mercoledì 4 luglio 2012

IL PAESE DELLE NEBBIE

Sono sempre stato contrario alle intercettazioni telefoniche indiscriminate. Ma questa volta le intercettazioni hanno consentito di svelare le manovre politicamente scorrette (è un eufemismo) poste in essere da un "burattinaio", le quali stanno minacciando seriamente la nostra democrazia. Il fatto: Standard & Poor's, secondo le intercettazioni contenute negli atti della Procura di Trani che sta indagando per presunte manipolazioni dei mercati sulle agenzie di rating, avrebbe manipolato i propri giudizi sull'economia nazionale in modo tale da declassare l'Italia, farle perdere competitività, creare panico tra gli investitori, far cadere il governo Berlusconi e prevedere un governo tecnico a scapito del voto. Se ciò fosse confermato, significa che dietro le quinte trovano posto tutti quei personaggi (definirli politici è una bestemmia) che inaffiavano di benzina il fuoco dell'odio contro il precedente governo, accusandolo, con frasi che passeranno alla storia, di essere colpevole del rialzo dello spread. Così ci siamo meritati il governo dei tecnici, abbiamo ingoiato decine di nuove tasse, impoverito i Comuni, depresso i mercati, aumentata la disoccupazione, insomma, creata la recessione nel nostro Paese. Le uniche riforme promosse finora riguardano il peggioramento sociale dei più deboli (lavoratori e pensionati), con solo tre ore di sciopero. La casta (politici e sindacati) nel frattempo, si stanno riorganizzando per spartirsi posti di sottogoverno, negli enti pubblici, nella rai ....
 Ma allora sono tutti d'accordo? Si può uscire da questa situazione? Certo!
Mandando a casa i mantenuti della politica con il voto, premiando Comuni e Regioni virtuose, sanzionando coloro che sprecano i nostri denari. Questo è l'anticamera del FEDERALISMO?

Per ottenere il Federalismo, si dovrebbe avere costi standard per tutte le regioni e, a parità di popolazione, un organico pubblico pressoché uguale per rispondere in maniera efficace alle esigenze dei cittadini, senza sprechi.
L'esempio riportato a margine dimostra che non ci sono le condizioni per applicare il Federalismo. La Regione Sicilia ha 20.288 dipendenti (dati riportati dalla Corte dei Conti), contro i circa 3.000 della Regione Lombardia o del Veneto. Può essere che la Sicilia abbia bisogno di più dipendenti, ma i valori in campo sono troppo lontani dalla realtà e dalla possibilità di applicare una qualche riforma in senso federalista.
Uno Stato federale funziona meglio perché corresponsabilizza gli amministratori a non sprecare risorse ed è direttamente controllato dai cittadini governati.
Ci sarà qualcuno che ci garantirà un futuro migliore?

martedì 12 giugno 2012

DESTINATI AL FALLIMENTO!

Vorrei che per un attimo ci staccassimo dalle banalità dei social network (a volte servono anche per staccare la spina) e riflettessimo sulla situazione politica ed economica del Paese, che sta peggiorando inesorabilmente la nostra qualità della vita. Responsabilità della politica? Responsabilità dei Tecnici? Responsabilità dell'economia Internazionale? Quando a casa nostra insorge un problema di scarsa liquidità (anche temporanea) la prima azione è quella di diminuire le uscite (spese) per avere un bilancio in pareggio.
Il Governo Tecnico di Monti ha fatto il contrario: anziché diminuire la spesa pubblica, l'ha aumentata (+ 0,4%), innalzando il debito sopra i 2.000 miliardi e, per rispondere alla prepotenza imposta dalla comunità europea, ha riempito di tasse gli italiani, senza che queste producessero effetti positivi per il Paese, anzi, creando un nuovo buco economico che dovrà essere riempito con nuove tasse.
Siamo in completa recessione (fonte Ocse): la spesa delle famiglie è infatti scesa del 2,4% rispetto all'anno precedente; gli acquisti di beni durevoli (auto, arredamento, elettrodomestici, ecc.) sono diminuiti dell'11,8%; gli acquisti di beni non durevoli (alimentari, medicinali, detergenti, prodotti per la persona, ecc.) sono calati del 2,3%; le partite Iva calano del 25%, la produzione industriale è diminuita del 2,0%. Le uniche voci in forte aumento sono le tasse e la disoccupazione.
La responsabilità? la nostra crisi è il frutto dell'irresponsabilità della classe politica che pensa solo a riempire le proprie tasche e a partorire riforme che procurano solo danni all'economia.
Un Governo abusivo che non trova gli strumenti per invertire il declino, non merita di stare dove sta! A casa! a casa i politici che lo sostengono! Elezioni subito! Bisogna innalzare la nostra protesta: stanno uccidendo la nostra dignità.

venerdì 1 giugno 2012

TASSE: GOVERNO LADRO

In ogni trasmissione economica la frase ricorrente è: Governo ladro. Perché deruba risorse ai cittadini senza nulla in cambio, senza servizi di ritorno, senza una strategia, solo per foraggiare il proprio mastodontico ed intoccabile apparato burocratico, promettendo il riordino dei conti pubblici. E destra e sinistra applaudono. E' mai possibile che nessuno si accorga che i nostri sacrifici non fanno calare lo spread (tanto sbandierato), non fanno diminuire la disoccupazione (che ha superato la doppia cifra), non creano lavoro per i giovani. Siamo proprio destinati al fallimento?
Con questo Governo (che ha cancellato la democrazia) sono aumentate in maniera incredibile le tasse (ben 67 nuove tasse), è aumentato il debito pubblico a 2 milioni di euro, non è diminuito lo spread, sono aumentate le spese delle famiglie, sono stati tagliati i trasferimenti ai Comuni, sono stati cancellati tutti i decreti che puntavano al FEDERALISMO, si rincorrono gli immigrati, meglio se sono clandestini. Malgrado questo, i PARTITI che appoggiano questo Governo abusivo si beano dei risultati. Le Regioni protestano, le Province si lamentano, i Comuni sono infuriati per i tagli, ma nessuno restituisce il mandato; nessuno restituisce la fascia tricolore.
Fino a qualche anno fa esisteva un modello Veneto da imitare, costituito da laboriose imprese, da gente che, ad ogni disgrazia, si rimboccava le maniche. Ora, questo stesso Veneto, governato da vent'anni da una classe politica che ha pensato solo a se stessa e non ai cittadini, ha perso il primato di regione trainante l'economia (risulta essere l'unica regione italiana che non ha stanziato alcun euro per l'imprenditoria giovanile o per rilanciarne l'economia) e ha fatto svanire il sogno federalista.
Su un quotidiano locale si leggeva qualche giorna fa: "Il sindaco di Silea ammaina il tricolore" in segno di protesta perché costretto ad applicare nuove tasse ai cittadini in cambio di nulla. Quanto Sindaci hanno aderito a questa iniziativa? Le minoranze protestano in Consiglio comunale a Quarto d'Altino sull'aumento delle nuove tasse proposte dalla maggioranza e non reagiscono sull'introduzione delle nuove imposte, perché le danno per scontate. Non è così che si cambia la politica. Se è un ladrocinio legalizzato che non rispetta la Costituzione (come riconosciuto da tutti) allora la protesta deve essere altrettanto forte come ha fatto il sindaco di Silea. Ma di sindaci con gli attributi se ne vedono pochi in giro. Complimenti Silvano Piazza!

venerdì 6 aprile 2012

LA LEGA NORD E' ALTRO

Ieri si è chiusa una fase storica per la Lega Nord. Era da tempo che all'interno del movimento si navigava in acque tumultuose e le prime avvisaglie sono emerse quando la guida del movimento (non solo in Via Bellerio) aveva assunto un carattere troppo familista, tra badanti, amici interessati e diktat. Non è tempo per i processi di piazza, a quelli veri ci penseranno i giudici, anche se l'esplosione del "caso" è un pò sospetta. Certi fatti accadono sempre a ridosso del voto popolare; significa che esiste un burattinaio che stacca la spina a piacimento.

Ho conosciuto molti militanti che hanno lasciato il movimento, non per l'inefficacia degli obietivi, ma perché delusi, soprattutto a livello periferico, della mancanza di dialogo, insofferenti degli ordini dei capetti, spesso in contrasto con il buon senso. Credere e obbedire per i militanti, mentre loro occupavano poltrone e potere.

Ma la Lega non è questo marciume; la Lega è la libertà dai vari Monti e di chiunque umilia i cittadini più operosi, sventola il federalismo per poi bocciarlo con i referendum. Lega significa trasparenza, bene comune, solidarietà contro le repressioni economiche e sociali, significa combattere gli sprechi, le caste, significa attenzione ai lavoratori, agli imprenditori, ai senza lavoro, ai pensionati.

Il più grande dispetto posto in essere da Napolitano & Monti è l'aver abolito il Ministero del Federalismo, sostituendolo con quello della Cooperazione Internazionale, il cui ministro ha finora promosso convegni per Rom ed extracomunitari in numero quasi maggiore dei giorni in cui siede al Governo. Un dispetto che il Nord ricorderà con maggiore rabbia rispetto alle disavventure di poche mele marce all'interno della Lega.

Ecco chi non vuole il Federalismo! Propagandano l'unità nazionale per nascondere gli sprechi, il malaffare, le diseguaglianze, la mega casta politica, diffondendo un falso pietismo.

Spero che dopo aver smascherato le mele marce, si ritorni ai veri obiettivi della Lega, ovvero a quel FEDERALISMO voluto da Gianfranco Miglio, per far emergere la buona politica, dagli eccessi di ogni giorno.

mercoledì 4 aprile 2012

TARTASSATI E ... CONTENTI

"Si resiste a tutto tranne alle tentazioni", diceva Oscar Wilde. E la tentazione a tassare del Governo Monti è forte. La 58° tassa è arrivata con lo scherzo del 1° aprile: +5,8% della bolletta dell'elettricità. La 59° tassa arriverà il 1° maggio prossimo con un nuovo aumento del 4%, sempre della bolletta elettrica. Così nel trimestre aprile-giugno +9,8% di aumento. Non parliamo del gas perché nel trimestre aprile-maggio aumenterà dell'1,8%. Il 40% degli aumenti è dovuto da solo per il contributo (incentivo) per pagare i pannelli solari altrui e, più in generale, per le energie rinnovabili, che nel 2012 saranno pari a 10,6 miliardi, a carico delle famiglie italiane (+ 70 euro cadauna). Questa montagna di soldi viene così suddivisa: 6 miliardi per il fotovoltaico, 1,8 miliardi per i certificati verdi, 1,2 miliardi per le fonti assimilate (impianti di cogenerazione), 1,4 miliardi per gli strumenti incentivanti (fonte Autorità per l'energia e il gas). Senza questi incentivi il prezzo dell'energia sarebbe più leggero del 16%. E siccome la durata prevista per gli incentivi è di vent'anni, se non saranno cambiate le regole il salasso finale sarà superiore ai 200 miliardi di euro. Insopportabile!


Di fronte a questa corsa alle tasse (a giugno scatterà la 60° tassa, cioè l'IMU) pare non interessi a nessuno (forse per questo Monti continua a tartassare gli italiani), nemmeno a quei partiti politici che hanno sempre predicato il taglio delle tasse, l'occupazione, il lavoro, senza minimamente indignarsi perché non vengono ridotti i costi dello Stato: spesa pubblica che continua a crescere, tagli degli enti inutili, costi della politica (vedi gli scandali scoppiati per i soldi dati ai partiti), i vitalizi dei parlamentari, le auto blu, ecc.). Nessun segno di ravvedimento delle caste, solo tasse, tasse. Tanto sopportano e pagano. Quale futuro per i nostri figli?

sabato 24 marzo 2012

LIBERATECI DAI PROFESSORI

Che serve conquistare una laurea in economia se i professori sono quelli che occupano le sedie del Governo italiano. Nominati per sollevare l'economia nazionale ci hanno rifilato una montagna di tasse (57 per la precisione in pochi giorni di governo), portando la pressione fiscale reale nel 2012, tra il 52-53%, e nel 2013 e 2014, tra il 53-54%, (fonte CGIA di Mestre), la più alta al mondo e innalzando il debito pubblico alla cifra record (anch'esso assoluto) di 1.935.829 milioni di euro.

Così, se nel precedente Governo sette milioni di famiglie disponevano di risorse per tre settimane, anziché un mese intero, ora come faranno?

E pensare che l'82% delle entrate tributarie provengono dalle buste paga dei dipendenti e dei pensionati. In 100 giorni i nostri professori accademici hanno imposto al Parlamento 12 decreti-legge con il regime del voto di fiducia, senza cioè la possibilità di modificarne una virgola da parte dei deputati e senatori (qualcuno sosteneva che i decreti legge del Governo dovevano rappresentare l'urgenza e la necessità di un provvedimento indispensabile ed inderogabile).

Ieri, però, si è aperto uno spiraglio di democrazia per la presentazione alla discussione in Parlamento del decreto legge di riforma del lavoro, con la formula del "salvo intese". Un decreto che non porta alcuna novità fondamentale, anzi peggiora le già complicate norme dell'articolo 18 del Codice del Lavoro (legge 300/1970).

Ma siamo confortati dallo sponsor di Monti: il Presidente della Repubblica "il dodicesimo uomo in campo, dopo essersi tolto la maglia dell'arbitro". Dice il Presidente a proposito della riforma del lavoro: NOI andremo ad una discussione in Parlamento dove si confronteranno preoccupazioni e proposte. Ma sono convinto che si arriverà ad un risultato del quale si potranno riconoscere i meriti e le validità ... non credo che NOI stiamo per aprire le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell'articolo 18". Se permane questa pressione fiscale, l'Italia non uscirà dalla crisi se non saranno incentivati i consumi, calerà la produzione industriale, e le aziende chiuderanno in barba all'articolo 18. Lo capisce anche un bambino che per rilanciare il mercato bisogna ridurre il costo del lavoro (per attrarre gli investimenti e l'occupazione), bisogna ridurre la pressione fiscale (almeno di 20 punti) se vogliamo che tutti amino le tasse. E' necessario ridurre la spesa pubblica. Come? attraverso l'introduzione del FEDERALISMO, eliminando gli enti inutili e doppi, dimezzando i parlamentari, razionalizzando e sburocratizzando la macchina pubblica. Inoltre, c'è la necessità di introdurre la moralizzazione delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Non è possibile, per esempio, che la Sicilia abbia bisogno di 25.000 dipendenti e la Lombardia riesca egregiamente ad essere governata con soli 3.000 dipendenti.

Che il Governo Monti sia esasperatamente romanocentrico lo dimostra un recente provvedimento che ha ratificato la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, provvedimento che autorizza l'insegnamento nelle scuole italiane delle lingue regionali, quali: il sardo, il friulano, il ladino, l'occitano, il francese, il franco-provenzale, il croato, lo sloveno, il greco, il germanico, il catalano, l'albanese. Noi VENETI (figli della Serenissima Repubblica) siamo dei cretini; siamo la solita vacca da mungere di tasse, ma anche buona dimora per i soggiorni obbligati dei mafiosi.

Per favore, liberateci dai professori! ridateci il voto!

martedì 21 febbraio 2012

PERCHE' L'UNIONE EUROPEA ODIA L'UNGHERIA?

Negli ultimi tempi l'Ungheria è nel mirino dell'Unione Europea, tacciata di essere dominata da un regime fascista. L'Ungheria appartiene ai 27 Paesi che aderiscono alla UE, pur non adottando la moneta unica (infatti resta fedele alla propria moneta nazionale, il fiorino); ha un debito pubblico pari all'80% del PIL ed è governata da Viktor Urban, la cui maggioranza cattolica di centrodestra ha stravinto le elezioni del 2010 con il 52,7%.

La "Fondazione Cristoforo Colombo per le libertà" ha pubblicato un dossier per controbattere alle critiche della UE (che ha definito "dittatura" il regime magiaro), solo per il fatto che il governo Orban ha modificato la legge elettorale (possibilità concessa ai cittadini ungheresi di votare anche se non residenti in Ungheria - come avviene in 24 su 27 Paesi UE). Il motivo più grave è la nuova Costituzione, operativa da inizio 2012. Essa sostituisce la vecchia Carta datata 1949, approvata dal regime comunista di allora. Perché non piace alla sinistra? Il Governo magiaro, sovrano e votato dagli ungheresi, ha inserito nella nuova Carta i riferimenti a una base di valori cristiani senza i quali non hanno senso né l'appartenenza alla civiltà europea, né quel rispetto delle persone a cui la stessa UE dice di appellarsi. All'articolo 1 menziona "l'istituto del matrimonio quale comunità di vita tra uomo e donna, stabilita con decisione volontaria, nonché la famiglia come base per la sopravvivenza della Nazione". E l'articolo 2 sancisce che "la vita del feto va difesa fin dal concepimento".

Lo scandalo maggiore è sapere che i 27 Paesi UE non hanno avuto la forza di inserire nella Carta fondamentale europea alcun riferimento alle radici cristiane dei popoli occidentali, lasciando spazio all'invasione islamica e alle rivendicazioni coraniche.

Bene ha fatto l'Ungheria a rivendicare le proprie radici cristiane.

sabato 7 gennaio 2012

LA VERITA' SULL'IMMIGRAZIONE

La notizia secondo cui il Governo Monti & Co. vogliono abolire l'imposta (voluta dal Governo Berlusconi e dalla Lega) che gli stranieri in Italia dovrebbero pagare per ottenere il permesso di soggiorno ha fatto molto scalpore tra l'opinione pubblica. Accolta con entusiasmo dalla sinistra, tradizionalmente intesa, e alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Ma quanti stranieri sono presenti nel nostro Paese? Caritas-Migrantes, nel XXI Rapporto sull'immigrazione 2011, stima 4.570.317 stranieri regolari (pari al 5,7% della popolazione italiana, con un incremento di 335.258 unità rispetto al 2010), concentrati principalmente in Lombardia (23,3%), in Veneto (11,7%), in Lazio (11,6%), in Emilia Romagna (10,8%), in Piemonte (9%), in Toscana (8%) e, con percentuali minori, in tutte le altre regioni.

La stessa Organizzazione stima in oltre 500.000 gli stranieri irregolari. Tutti sappiamo che il numero di "clandestini" sono in numero assai maggiore ed è corretto pensare ad una cifra pari a circa 6 milioni di persone straniere tra regolari ed irregolari. Secondo lo stesso Rapporto, gli iscritti a scuola nell'anno scolastico 2010-2011 corrispondono a 709.826 unità (7,9% della popolazione studentesca); 228.540 sono i piccoli imprenditori e circa 2 milioni sono i lavoratori che versano complessivamente oltre 7 miliardi/anno di contributi previdenziali. Quindi una ricchezza per il nostro Paese, perché si occupano dell'assistenza alle famiglie, agli anziani e agli ammalati e sta pagando duramente la crisi in termini di disoccupazione, malgrado renda più di quanto costi alle casse dello Stato.

Ad una attenta analisi, le uscite per la popolazione straniera risultano di gran lunga superiori, tanto da essere paragonate a due finanziarie tremontine. Vengono dichiarati 2,8 miliardi per la spesa sanitaria; è credibile che per una spesa sanitaria complessiva di 106 miliardi solo il 2,7% sia stato speso per quasi l'11% della popolazione straniera? Le stime più accreditate parlano di circa 10 miliardi (tra regolari e clandestini). La spesa scolastica, secondo Caritas-Migrantes ammonta a 2,8 miliardi per gli stranieri e cioé il 4,5% della spesa complessiva dell'Istruzione (57 miliardi), quando questi rappresentano il 7,5% della popolazione scolastica. E' più corretto indicare una spesa di circa 4,3 miliardi. Sempre secondo l'organizzazione caritatevole la spesa carceraria ammonta a 2 miliardi circa. In realtà il Ministero della Giustizia spende ogni anno, a tale titolo, quasi 8 miliardi. A fronte di una popolazione carceraria straniera, pari al 36,3% (quasi 25.000 carcerati stranieri), la spesa più corretta dovrebbe salire a 2,7 miliardi. Si risolverebbe il sovraffolamento delle carceri se si rimandassero nei loro paesi d'origine. A questa somma dovrebbe aggiungersi tutte le spese per carabinieri e gli organi di polizia implicati nella gestione. Si dichiara, inoltre, una spesa di 1 miliardo per le pensioni (294.025 percettori). Bisogna aggiungere, senza entrare nel dettaglio economico, le spese per assegni familiari, sussidi ai disoccupati, ai cassaintegrati, alla spesa sociale dei comuni, alla spesa per l'edilizia pubblica, alle operazioni di vigilanza e di polizia, agli sgomberi degli abusivi, al lavoro della Guardia costiera, agli effetti nefasti sul valore degli immobili nei quartieri occupati dagli stranieri, alla gestione dei centri di assistenza ed espulsione, ecc.. La cifra spesa per i rifugiati politici è pari a 1,7 miliardi/anno. Infine, secondo l'Eurispes, gli immigrati regolari in Italia avrebbero trasferito, nel 2007, rimesse verso i loro paesi d'origine circa 6 miliardi, anche se la banca mondiale stima l'ammontare del reale trasferimento ad almeno il doppio. Dunque, pochi euro restano in Italia.

L'immigrazione è una risorsa sostengono in molti, in realtà lo Stato, secondo stime prudenti, paga una cifra vicina ai 35 miliardi, a fronte di circa 7 miliardi di contributi previdenziali versati dagli stranieri regolari.

Il contributo per il permesso di soggiorno in discussione si differenzia per la durata; lo straniero versa una somma di 80 euro per una durata del permesso da 3 a 12 mesi, 100 euro da 12 a 24 mesi e 200 euro per un lungo periodo. A queste somme va aggiunto un ulteriore contributo di 27,5 euro per le spese relative al documento elettronico. Sono esclusi dal pagamento i minori regolarmente presenti sul territorio nazionale, i cittadini stranieri che entrano in Italia per ricevere cure mediche e i richiedenti asilo politico. Il contributo per il permesso di soggiorno agli stranieri è esteso a quasi tutti i Paesi della UE, con importi di gran lunga superiori a quelli italiani, per disincentivare l'immigrazione sui propri territori.

I nuovi ministri dal cuore d'oro stanno spremendo famiglie e lavoratori italiani con decine di balzelli, ma pensano di abolire l'imposta che gli stranieri dovrebbero pagare per il permesso di soggiorno, adducendo il fatto che la "crisi colpisce anche loro". Si volge lo sguardo da una parte (giusto e comprensibile), ma si dimentica che i nostri pensionati devono fare i conti con l'ennesima riforma previdenziale, i cassaintegrati, i lavoratori in mobilità o addirittura licenziati che devono fare i conti con le nuove tasse, con il rincaro delle bollette. Cosa dovrebbero dire i piccoli imprenditori che sbattono la testa ogni giorno contro la babele di carte e bolli e si trovano una concorrenza sleale degli stranieri, senza che lo Stato intervenga?

Siamo davvero degli straccioni, che meritano solo di essere bastonati.

venerdì 6 gennaio 2012

IL FEDERALISMO CHE NON VERRA'

Lo Stato unitario non è in grado di affrontare e di soddisfare i suoi compiti. Questo è dimostrato anche dai troppi decreti che il Governo è costretto ad emanare su questioni delicate, appunto, perché i partiti non riescono a trovare soluzioni parlamentari. Ciò dipende anche da:



  1. assenza di una nazione unitaria per effetto dell'esistenza di regioni autonome a statuto speciale (oggi non più giustificabile);


  2. troppe sono le diseguaglianze economiche tra le regioni del nord e quelle del sud;


  3. troppo distanti sono le culture antropologiche tra nord e sud (questo è un atteggiamento non razionale che fa dire a chi appena sente parlare di federalismo: "E' un male");


  4. "Coloro i quali ritengono che esistono dei limiti nella mutabilità di parti determinate della Costituzione non trovano nessun fondamento per le loro idee nella ragione e nel buon senso" ... infatti "la Costituzione repubblicana non deve essere considerata qualcosa da fare una volta per sempre e poi fermi tutti; dovremo abituarci all'idea di un suo cambiamento continuo, progressivo. Essa fissa per un tempo determinato certe norme fino al momento in cui non si decide di cambiarle" (Gianfranco Miglio - Discorsi parlamentari 1992).

Spiace doverlo dire, ma quei partiti che sono stati premiati dal voto perché professavano il Federalismo hanno fallito la loro missione ed hanno piuttosto preferito affondare mani e piedi nella "Roma ladrona". Di fronte alla inadeguatezza dello Stato a garantire giustizia ed equità tra i cittadini (è sotto gli occhi di tutti l'isterismo vessatorio del Governo, che manca del sufficiente pudore di dare il buon esempio in fatto di moralità ed equità nelle misure economiche) eravamo ancorati alla buona idea del Federalismo proposta da Miglio e cioé quello di costruire le basi di un sistema politico alternativo allo stato nazionale, il quale sta diventando sempre più un "pozzo senza fondo", capace solo di ingrassare se stesso.


Costi standard, trasparenza, lotta al clientelismo (vero cancro del nostro sistema a tutti i livelli), lotta al potere per il potere, solidarietà e sussidiarietà reali, non demagogiche, smantellamento delle caste professionali e politiche (si sconfiggerebbe anche l'evasione), giustizia sociale, dovrebbero essere parti essenziali di un vangelo positivo per il Paese.


Constato, con amarezza, che questa classe politica incapace di promuovere il cambiamento, ha fallito la mission.